La fluidità di genere che piace agli stilisti: accessori e capi unisex
La moda è lo specchio dell’evoluzione sociale: nuovi valori vengono rappresentati attraverso la scelta di design dalle linee sempre più fluide e adatte a vestire sia la silhouette maschile che femminile.
Se in passato la rivoluzione veniva portata avanti da icone storiche del mondo della moda, tra cui Coco Chanel, oggi sia la moda haute couture che la moda sportswear approccia al design in maniera anticonvenzionale cercando di rielaborare quei riferimenti che rendono un capo prettamente maschile o esclusivamente femminile.
Una rivoluzione iniziata negli anni ‘60
Il concetto di fluidità di genere nella moda non è recente. Proprio negli anni ‘60 l’emancipazione femminile passa dall’integrazione di elementi esclusivamente maschili negli outfit.
Cravatte e accessori, nonché la silhouette di pantaloni e giacche dal taglio maschile entrano a far parte della moda femminile. Design che mescolano sensualità a un sapore mascolino diventano sempre più caratterizzati di alcune maison di moda, che fanno di questi elementi veri e propri cavalli di battaglia, che vanno a caratterizzare in maniera peculiari le collezioni.
Dalla passerella alla moda di tutti i giorni, questo rapporto tra moda femminile che assume ispirazione dalla moda maschile, si inverte nei giorni nostri.
Le stoffe di giacche e camicie si alleggeriscono e si riempiono di nuovi motivi e fantasie che prima avremmo visto solo su un capo femminile. La dialettica dei colori si ribalta, in quanto non è più il colore ad essere orientativo di un genere, ma ogni nuance esprime una modalità d'essere e un sentire estremamente personale.
Cambia il senso di rivalsa sociale rappresentato dalla moda. Se in passato la donna, attraverso i capi di foggia maschile, ribadiva la propria ragion d’essere nei confronti di una società che preclude ambienti e ruoli, allo stesso tempo oggi la moda diventa vero e proprio viatico d’espressione, un mezzo attraverso il quale esprimere la propria identità all’infuori di una società binaria.
Le collezioni si riempiono di elementi basic e semplici, che diventano funzionali a una libera affermazione della propria identità che non ammette costrizioni ed etichette.
Gli abiti, in questo contesto, vengono indossati perché ci trasmettono una sensazione di benessere, perché rispecchiano la nostra personalità. Vengono a cadere le severe imposizioni del fashion, ma ogni persona costruisce l’idea di moda attraverso la scelta di design e l’abbinamento di forme e colori diversi.
La moda come espressione di sé stessi
Un ideale perseguito dagli stilisti contemporanei è proprio quello di inclusività. Viene sdoganato il concetto di genere così come anche il concetto del corpo stesso.
Questo sistema più inclusivo ed equilibrato non abbraccia il genere come identità sessuale, ma si libera da esso. In particolare, modo, notiamo questa tendenza nella proposta di accessori, dai cappelli, alle borse e agli zaini, che sono sempre più indirizzati a un pubblico più vasto senza assumere l’etichetta di genere, rendendo così indefinibili i confini tra il maschile e il femminile.
Siamo in presenza di una nuova estetica universale, che influisce sia sulla società e sui codici di mercato. Il prodotto finale risulta contraddistinto da silhouette più morbide ed ampie che possono vestire allo stesso modo sia il corpo maschile e sia quello femminile. La nuova generazione di designer promuove una vestibilità ambigua e per questo priva di etichette.
La moda diventa un affascinante percorso di accettazione di sé stessi: questo è il concept alla base della fluidità di genere. Attraverso l’atto di vestirsi si recupera l’autostima e la capacità di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo e la propria identità.